Presidenza della Associazione Sociologica Yugoslava
Yugoslav Sociological Association
spedito da Giorgio Cadoni
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Belgrado
Sanità per tutti, solo se politicamente corretti?
E' nostra intenzione esporre in questo testo alcuni problemi cruciali che il sevizio sanitario yugoslavo incontra in questi giorni dopo due mesi di bombardamento della nostra nazione. L'intera popolazione della Yugoslavia e in particolare la sua parte più vulnerabile soffre duramente per i seguenti motivi:
1. Finora circa 400 edifici a carattere sanitario sono stati distrutti o danneggiati (i cosiddetti "danni collaterali"), per cui quasi un terzo della popolazione non ha accesso ai luoghi di soccorso sanitario locali;
2. La distruzione di più di 50 ponti (alcuni dei quali erano solamente belle oasi urbane per il passeggio, senza alcun traffico motorizzato) e la pedante distruzione delle strade principali (e anche di quelle locali) impedisce il trasporto di pazienti in condizioni critiche verso ospedali più competenti;
3. A causa della distruzione della rete elettrica della Serbia, più dell'80% dei nostri ospedali non è in grado di usare l'energia elettrica (!), e solo quelli che hanno un approvigionamento indipendente (generatori) possono, almeno di quando in quando, assicurare la sopravvivenza di coloro che hanno bisogno di respirazione assistita o di interventi chirurgici, dei neonati nelle incubatrici, ecc. Gli altri sono condannati a soffrire e a morire nel dolore causato, nelle infezioni, nel loro stesso sangue ed escrementi. In queste stesse condizioni si prevede che dovranno partorire nel breve periodo 120.000 donne.
4. Fra i 1500 civili uccisi, circa il 30% sono bambini, e tra i 6000 feriti la percentuale è ancora più alta: circa il 40% di essi sono bambini. Ora, in qualsiasi momento della giornata, a causa dell'ininterrotto succedersi dei raid aerei sulla Yugoslavia, almeno 5-6 milioni di persone si rintanano nei loro rifugi inaffidabili. Ciò può portare ad una ricca nosologia psichiatrica che si manifesterà in futuro tra i bambini e i loro genitori; i traumi causati da condizioni così spaventose sono un argomento a cui non osiamo pensare.
5. Il simbolo della Croce Rossa, semplice e facilmente riconoscibile, segnalava l'esistenza di un punto in cui trovare un po' di umanità, una sorta di tabù mai messo in discussione. Nonostante ciò, in questa aggressione delle forze NATO, il tabù è stato infranto diverse volte. Ad esempio, il 20 maggio 1999, alle 00:55, una granata colpì in pieno il Centro di Neurologia all'interno del complesso ospedaliero civile del Centro Medico dell'Università "Dr Dragisa Misovic", segnalato e riconoscibile, danneggiando il Centro per i Disturbi Polmonari e il Reparto Maternità, dove in quel momento erano in corso quattro parti, di cui due mediante taglio cesareo. Oltre agli altri, sono stati assassinati i seguenti pazienti: Radosav Novakovic, sofferente di disturbi neuro-motori, Branka Boskovic, parallizzata nella parte sinistra del colpo in seguito ad ictus, e Zora Brkic, con infezioni cerebrali multiple. Riuscite ad immaginare i momenti di terrore dei tre pazienti costretti a letto, imprigionati nella gabbia di un corpo che non risponde e circondati da esplosioni? Come abbiamo già detto, questo "danno collaterale" non rappresenta un'eccezzione.
6. Comunque, ciò che fa più male, è il silenzio di una parte del mondo civilizzato. O forse, quella parte del mondo sa qualcosa che ancora ci sfugge: che c'è qualcosa di molto pericoloso e sovversivo nei nostri ospedali?!? Che il motto del WHO (World Health Organization) "Salute per tutti" ha, in realtà, un significato nascosto di cui non siamo informati, che potrebbe suonare come: "Salute solo per quelli politicamente corretti"?
Per il bene dell'umanità ci appelliamo a voi perchè innalziate la vostra voce contro il cinismo di una azione che per prevenire una catastrofe umanitaria ne produce un'altra; poichè le spaventose conseguenze di un ciclo come questo possono con facilità divenire del tutto imprevedibili. Chi è il prossimo?
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Belgrade
Health for all politically correct only?
In this text it is our intention to expose some crucial problems that
the Yugoslav health care services encounter nowadays after the two-month
bombing of our country. The entire population of Yugoslavia and
particularly its most vulnerable part suffer very much for the following
reasons:
1. About 400 health care buildings have been destroyed or damaged (the
so called "collateral damage") so far, thus almost a third of the
population has no access to the local health dispensaries;
2. Destruction of over 50 bridges (some of which were just beautiful
urban oases for strolling, without any motor traffic) and pedantic
destruction of the main (as well as local) roads prevent transportation
of severe and acute patients to more competent institutions;
3. Due to the destruction of the electricity network of Serbia over 80%
of our health care institutions are unable to utilize electric power
(!), and only those that have independent supply (generators) may, at
least from time to time, provide survival to those on respirators, in
incubators, necessitating surgery, etc. Others are doomed to suffer and
die in pain, infection, their own excrement and blood. The same
conditions await 120,000 pregnant women who are due to give birth soon.
4. Out of 1,500 killed civilians about 30% are children, while the ratio
is even worse in 6,000 wounded: about 40% are children. Now, at any
time, due to round the clock air raids over Yugoslavia, at least 5-6
million people are curled up in shelters left to their unreliable
protection. This brings about reach variety of psychiatric nosology that
remains to be manifested in the future among children and their parents;
engrams caused by such horrible conditions are the issue of which we
hardly dare to think;
5. The simplicity of the sign and symbol of the red cross was an easily
recognizable taboo marking a tiny, but still achievable measure of
humanity that has never been questioned and never open to doubt. In
spite of that, in this aggression of NATO forces the taboo has been
broken several times. E.g., on 20 May 1999, at 00:55 a grenade hit
directly a building of the Center of Neurology within a noticeably
marked and detached medical civilian complex of the "Dr Dragisa Misovic"
University Medical Center, damaging the Pediatric Center for Lung
Disorders and Maternity Ward, where four deliveries, two of them
Cesarean sections, were in progress at the time. In addition to others
the following patients were murdered: Radosav Novakovic, suffering from
motor neuron disease, Branka Boskovic, with left-sided paralysis
resulting from stroke, and Zora Brkic, with multiple cerebral
infections. Can you imagine the moment of terror of the three bed-ridden
patients chained in the cage of their own unresponsive bodies and the
surrounding explosions? As we already put it, this was not an
exceptional "collateral damage".
6. What, however, inflicts a sharper pain is the silence of a part of
the civilized world. Or, maybe, that part of the world knows something
that still eludes us: that there is something very dangerous and
subversive in our hospitals?!? That the WHO motto "Health for all" has,
in fact, a hidden meaning of which we are not aware jet, namely, that it
should be understood as: "Health for politically correct only"?
For the sake of humanity we appeal that you raise your voice against the
cynical practice of preventing a humanitarian catastrophe by producing
another one; for the appalling consequences of such a circle might
easily become entirely unpredictable. Who is the next?
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